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Doudou per il neonato: cos'è e soprattutto, serve davvero?

Doudou per il neonato: cos’è e soprattutto, serve davvero?

Quando è nato Nicolò, non avevo idea di cosa fosse un doudou per neonato, non ne avevo proprio sentito mai parlare fino a che una mia cara amica non ce ne ha regalato uno. Era un orsacchiotto senza imbottitura, con un cappellino azzurro da notte e il corpo che sembrava una morbida copertina. Carino, coccoloso, ma non avevo la minima idea che fosse un doudou per neonati e a cosa servisse e così ho iniziato a cercare, proprio come stai facendo tu ora.Ho scoperto che il doudou può essere qualsiasi cosa: un peluche, un pupazzo, una copertina, un fazzolettino di tela, una maglietta di mamma o papà. Insomma, può essere qualsiasi oggetto che sappia l’odore di papà e mamma e che possa fungere da “oggetto transizionale”, che aiuta a vivere meglio il distacco del piccolo dai genitori.

Perché si chiama doudou?

Il nome mi incuriosiva molto, soprattutto quando l’ho visto scritto la prima volta mi sono chiesta come pronunciarlo correttamente. Sembra si dica “du-dù”, perché è una parola francese che sta per “coperta”, ma come ti accennavo, in realtà si riferisce a qualsiasi oggetto impregnato dell’odore di mamma e papà. Questa del doudou è una tradizione che nasce in Francia, ma che ormai ha preso piede anche da noi, infatti non è raro trovare il doudou nella lista nascita o riceverlo come regalo inaspettato, come nel mio caso.

A cosa serve il doudou?

Il doudou aiuta il neonato a vivere più facilmente il momento del distacco da mamma e papà, come per esempio prima di andare a nanna o quando è il momento di salutarsi e iniziare una giornata all’asilo. 

Il doudou è in grado di tranquillizzare il nostro bimbo e fargli percepire la nostra presenza anche quando non siamo fisicamente con lui. Il doudou diventa una sorta di amico, un compagno che consola e rassicura nei momenti in cui il nostro bimbo si sente più fragile.

Leggi anche: Come far addormentare un neonato: consigli pratici e utili

Quando dare il doudou al neonato?

Solitamente il doudou arriva tra i regali che si ricevono per la nascita, ma per darlo al nostro bimbo bisognerà aspettare che compia almeno 6 mesi. Quello che possiamo fare, però, è utilizzare questo tempo per far sì che questo oggetto prenda il nostro odore, tenendolo nel letto con noi per circa un mese. 

Ad essere precisi, però, dovrebbe essere il nostro bimbo a scegliere il suo doudou e non noi a “imporre” uno, solo perché ci è stato regalato. 

Ed è per questo motivo che io mi sono chiesta se un doudou per neonati fosse davvero necessario e forse la stessa domanda te la sei posta anche tu…

neonato che dorme con il suo doudou

Serve davvero dare il doudou al neonato?

Secondo la mia esperienza, il doudou non è obbligatorio, ma dipende da bambino a bambino e dal rapporto che si crea con i genitori. Nel mio caso, per esempio, Nicolò non ha mai avuto la necessità di tenere con sé un peluche fino all’età di 2 anni, quando ha iniziato a dormire (qualche volta) con la sua volpe Penny. Ma in questi anni, Penny non è stata l’unica ospite, nel suo letto sono transitate macchinine, aerei, martelli in legno, libretti, tutte cose che ovviamente mi premuravo di togliere una volta che aveva preso il sonno e mollato la presa. 

Come ho gestito il distacco? In diversi modi: Nicolò è sempre stato in compagnia dei nonni e anche di una baby-sitter fin da quando aveva pochi mesi di vita, poche ore al giorno e non tutti i giorni, ma non è sempre e solo stato con me. Quando era molto piccolo, facevo con lui il “gioco del cucù” mi nascondevo il viso dietro le mani per poi riapparire con il sorriso, questo è un metodo semplice, ma molto consigliato per aiutare il bambino a comprendere che il genitore anche se sparisce, poi torna sempre. 

Anche la comunicazione ha sempre aiutato molto, informare il nostro bimbo su cosa accadrà (sì, anche quando è molto piccolo, anche se ancora non comprende ciò che diciamo) è davvero molto importante. Con Nicolò fin dal primo mese di vita lo informavo quando mi allontanavo dalla sua vista anche solo per andare a prendere il ciuccio, o per andare in bagno, allungando pian piano i tempi di assenza. 

Se da un lato il doudou aiuta il nostro bambino a sentirsi più sicuro quando mamma e papà non ci sono, dall’altro potrebbe diventarne dipendente e impedirgli di sviluppare la sua autonomia, se arrivato a sei anni compiuti fa fatica a staccarsene. 

Nella maggioranza dei casi, comunque, è il bimbo che sceglierà il momento giusto per lasciare andare il suo doudou, un po’ come arriva il momento di togliere il pannolino. La cosa più importante è assecondare le necessità e i tempi del nostro cucciolo, senza forzatura né in un verso né nell’altro. L’ascolto e la comprensione è ciò che fa davvero la differenza in tutte le fasi del suo sviluppo e lo aiuta anche a superare i famosi scatti di crescita.

Un ultimo consiglio: abbi fiducia nel tuo intuito da genitore, perché non c’è nessuno al mondo capace di comprendere il tuo bimbo, più di te.

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