Viviamo in una società testimone di un grande cambiamento, in cui i papà non sono più lasciati fuori dalla sala parto ed esclusi dalla crescita dei propri figli ma, al contrario, sono piacevolmente coinvolti e lottano per i propri diritti di genitore. Sicuramente è un percorso ancora lungo da fare, soprattutto a livello culturale, ma sono convinta che negli ultimi anni ci siano stati dei passi da gigante, soprattutto nel riconoscere quanto il ruolo del papà sia fondamentale non solo per il neonato, ma anche per la madre stessa, specialmente subito dopo il parto.
Spesso sottovalutiamo quanto questa evoluzione abbia comportato un forte cambiamento nella società, portando enormi benefici nella vita dei figli, della coppia e della famiglia.
Noi mamme abbiamo la fortuna di poter instaurare un rapporto con il nostro bimbo ancora prima della sua nascita, portandolo in grembo e sentendolo muovere, abbiamo la possibilità di iniziare una relazione profonda e indissolubile con lui già in gravidanza. Per i papà questo è un po’ diverso, forse più difficile per certi versi, ma il periodo di nove mesi che ci è concesso prima dell’arrivo del nostro cucciolo è importante per prendere confidenza con il cambiamento che avverrà nelle vite di entrambi.
La parola d’ordine, secondo me, è: condivisione. Noi mamme dobbiamo essere brave a condividere i nostri pensieri, le nostre sensazioni e le nostre paure con il nostro compagno e a coinvolgerlo in questo processo di trasformazione che non solo interesserà il nostro corpo, ma anche la nostra mente. I papà, a loro volta, dovranno lasciarsi coinvolgere e stravolgere la vita dal turbinio di emozioni che li avvolgerà.
Papà e neonato: un rapporto che inizia già da dentro al pancione
Può sembrare impossibile, ma è così: anche i papà possono iniziare ad instaurare una relazione con il proprio bimbo fin dalla gravidanza. Come? Ecco qualche esempio:
- accarezzare il pancione, percepire con la mano i movimenti di quella vita che si sta formando dentro il corpo della mamma è sicuramente un modo per prendere confidenza con il proprio ruolo e iniziare ad immaginare come potrebbe essere una volta che terremo tra le braccia il nostro cucciolo
- parlare alla pancia, inizialmente potrebbe sembrare strano, ma dalla 18° settimana di gravidanza il bambino riesce a sentire i rumori che provengono dall’esterno e quindi anche la voce del papà. Nei mesi prenderà confidenza con il suo tono di voce e quando arriverà al mondo ritroverà in lui un porto sicuro
- fare acquisti in vista della nascita, questo aiuta sicuramente entrambi a visualizzare concretamente l’arrivo di una terza persona in famiglia. Prendere in mano per la prima volta body e tutine aiuterà a prendere confidenza con le dimensioni di quel piccolo esserino che sta per venire al mondo.
Papà e figlio nei primi mesi di vita: una relazione speciale e unica
Spesso si parla del fatto che papà e mamma possono accudire il neonato “nello stesso modo”, ma non è proprio così. In realtà mamma e papà hanno un ruolo di pari importanza, proprio per la loro diversità. Mi spiego meglio.
Quando Nicolò aveva poche settimane ed io ero alle prese con un avvio dell’allattamento molto doloroso e stressante, il mio compagno era l’unico che riusciva a calmarlo e ad addormentarlo. Ho scoperto in un secondo momento che, oltre al fatto che Nicolò probabilmente percepiva il mio nervosismo, l’uomo ha un battito cardiaco più lento, in media, si parla di 78-82 battiti per le donne e 70-72 per gli uomini. Questa piccola differenza, che può sembrare irrilevante, è invece percepita dai nostri cuccioli. Incredibile, non trovi?
Anche il cambio pannolino, per esempio, diventa un’occasione per conoscersi e per mettere le basi di un rapporto che durerà tutta la vita. Questa sì che è una cosa che possiamo fare entrambi, con una differenza: il nostro tono di voce. Mamme e papà parlano in modo diverso al proprio bimbo, proprio per il tipo di voce, più grave nell’uomo e più acuto nella donna. Tutte queste diversità arricchiscono il foglio bianco su cui il nostro cucciolo sta scrivendo le sue esperienze e tracciando la sua vita.
Facciamo un ultimo esempio: l’abbraccio. Mamma e papà abbracciano in modo diverso, solitamente le mamme con più dolcezza e i papà con più vigore, e così il nostro piccolo sperimenta modi di accudimento diversi, un calore corporeo diverso, vivendo così emozioni nuove.
Come favorire il legame tra papà e neonato
Non tutti i papà sono uguali, c’è chi sembra essere nato per fare il padre e chi invece si sento un po’ più impacciato all’inizio e ha bisogno di più tempo per prendere confidenza con la nuova quotidianità. Per noi mamme non è poi tanto diverso, se ci pensiamo un momento.
Il mio compagno dopo la prima settimana di vita di Nicolò era più bravo e veloce di me a cambiare i pannolini, principalmente per il fatto che “siccome doveva imparare”, voleva farlo sempre lui. Non ti nego che sono arrivata a chiedergli di lasciarmi cambiare qualche pannolino, così potevo imparare anche io! Questo può sembrarti un caso un po’ estremo, ma il concetto è che se per tanti aspetti siamo diversi, per tante cose possiamo assolvere agli stessi compiti e il cambio pannolino è sicuramente uno di questi, esattamente come lo è il momento del bagnetto.
Portarlo a fare una passeggiata in solitudine con la carrozzina o direttamente in fascia, è un altro modo per agevolare la costruzione del legame tra papà e figlio, così come lo è permettergli di allattare al posto nostro con il biberon (anche se qui è una scelta puramente personale di entrambi, io per soddisfare il desiderio del mio compagno di essere coinvolto anche sotto questo aspetto, ogni tanto mi estraevo i latte in modo tale che potesse darglielo lui).
I benefici di un papà presente
Una figura paterna presente si nota. Non lo dico io, anche se da mamma e compagna lo posso constatare ogni giorno, ma lo dicono i tantissimi studi che sono stati condotti in questi anni a riguardo. Un papà coinvolto, consapevole e che ha piacere nel giocare e passare del tempo con il proprio bambino è un’enorme fonte di arricchimento per la crescita del bambino, per la mamma e per sé stesso.
All’età di 1 anno, per esempio, i bambini con un padre presente mostrano uno sviluppo cognitivo più elevato e migliori capacità relazionali e di problem solving.
Se le mamme solitamente tendono più a prendersi cura del proprio bambino, alimentando il senso di sicurezza, i papà – spesso attraverso il gioco – riesco ad incoraggiare l’indipendenza e ad aumentare l’autostima dei proprio figli, spingendoli talvolta “oltre i limiti”.
Ogni mamma e ogni papà è genitore a modo suo e questo essere diversi, ma complementari, rappresenta solo un vantaggio e una fortuna nella crescita dei nostri bimbi. Personalmente trovo che tutto questo sia qualcosa di affascinante e meraviglioso, no?