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inserimento al nido

Inserimento al nido: come affrontarlo con serenità

Cosa troverai in questo articolo:

L’inserimento ai nidi dei nostri bimbi è un momento di transizione per tutti. In fondo, si tratta di un cambiamento radicale nella routine di un neonato, ma anche nella nostra quotidianità di genitori, perché spesso coincide con il ritorno al lavoro.

Quando ho iscritto Nicolò al nido ero piena di domande. Sarà troppo piccolo? Si troverà bene? Come funzionerà l’inserimento? Probabilmente sono le stesse domande che ti stai facendo tu e che stanno alimentando quell’ansia da inizio asilo che provano un po’ tutti i genitori.

In questo articolo ho raccolto tutte le risposte alle domande sull’inserimento al nido che avrei voluto trovare io e che mi avrebbero fatto vivere questo momento in modo sicuramente più sereno e consapevole.

Quando iniziare l’inserimento al nido?

Iniziamo col dire che non esiste un’età perfetta per iniziare il nido. Alcuni bimbi iniziano a 6 mesi, altri dopo l’anno, dipende dalle necessità della famiglia e dalle caratteristiche del bambino. Nicolò, per esempio, ha iniziato il nido che aveva ormai più di un anno, mentre Michele aveva solo 8 mesi.

Per rispondere però alla domanda in modo puntuale, bisogna prendere in considerazione due cose: i bisogni del bambino e la vita quotidiana di una famiglia in cui, spesso, entrambi i genitori lavora e non è detto che i nonni siano disponibili.

Detto questo, se guardiamo solo alle necessità del bambino, fino ai 9-12 mesi avrà bisogno di poche cose: calore, tanto amore, protezione e contatto. Come vedi, non si parla di socializzazione, perché quella avviene molto più avanti. Quando farai l’inserimento, fai a caso a come ogni bambino nella stanza tenderà a intrattenersi da solo o al massimo interagire con te, ma non si curerà più di tanto degli altri bambini. È tutto normale, fa parte del processo di crescita.

Se invece ci concentriamo su ciò che è la vita reale dei genitori di oggi, non tutti possono (o vogliono) assentarsi dal lavoro per troppi mesi, e va da sé che il bambino, in mancanza di un’altra figura di riferimento che possa prendersene cura, dovrà per forza frequentare l’asilo.

Preso atto di queste due cose, quando sarebbe meglio iniziare l’inserimento al nido?

In una situazione ideale, l’inserimento al nido dovrebbe avvenire almeno intorno ai 12 mesi, momento in cui il bambino (spesso) inizia a fare i primi passi o comunque già riesce a muoversi nello spazio gattonando.

Inserimento al nido tra i 18 e i 24 mesi

Ancora meglio sarebbe aspettare fino ai 18 mesi di età, momento in cui il tuo piccolo avrà la maturità giusta per godere di tutto ciò che il nido ha da offrire e supportarlo nello sviluppo del linguaggio.

Ovviamente, questo non è possibile per tutti, in modo particolare se i genitori lavorano in partita iva e non posso usufruire dei supporti dello stato.

Non è una scelta facile, me ne rendo conto, e certe volte sono le situazioni a scegliere per noi. La cosa più importante che puoi fare è: valutare con attenzione il nido che sceglierai e confidare nel rapporto che il tuo bambino svilupperà con le educatrici, perché sarà la chiave di un’esperienza felice per entrambi.

Inserimento al nido: come funziona?

L’inserimento (o ambientamento, come viene sempre più spesso chiamato) è una fase graduale che serve a far sentire il bambino sicuro in un ambiente nuovo, in compagnia di nuove figure di riferimento.

Il tutto dura in media una o due settimane, ma ci sono asili che prolungano anche fino a tre settimane, dipende un po’ anche da come si comporta il bambino durante l’inserimento.

Io qui ti porto la mia esperienza diretta. Il primo e il secondo giorno, di solito, si sta in asilo tutti insieme, per prendere confidenza con gli spazi e il personale.

Successivamente, dietro indicazione delle educatrici, noi genitori iniziamo ad allontanarci, prima un mezz’ora rimanendo all’interno dell’asilo, ma uscendo dalla stanza dei giochi, e poi uscendo dalla struttura per un tempo sempre più prolungato.

Anche il momento del pasto è delicato, perché il bambino deve aver instaurato un rapporto di fiducia con le persone che gli daranno da mangiare. Puoi immaginare il momento della nanna, ancora più delicato del precedente, perché prevede un totale abbandono tra le braccia di qualcuno diverso dai suoi genitori. Per provare ad immaginare che cosa potrebbe provare il tuo bambino, fatti questa domanda: ti addormenteresti mai vicino a qualcuno che non conosci?

Le fasi dell’inserimento

Generalmente possiamo dividere l’inserimento all’asilo nido in 3 fasi:

  1. Primo approccio: noi genitori rimaniamo presenti per tutto il tempo
  2. Separazione progressiva: noi genitori ci allontaniamo per brevi momenti, lasciando i nostri bimbi esplorare l’ambiente in autonomia, ma sempre pronti a tornare in caso di crisi. In questa fase viene introdotto il pasto e poi la nanna
  3. Autonomia: il bambino resta al nido per l’intera giornata
Periodo di ambientamento all’asilo nido

Come preparare il bambino all’inserimento al nido? 

Ovviamente dipende dall’età del bambino. Ahimé se il tuo bimbo andrà al nido all’età di 6 mesi, non potrai fare granché, se non parlargli, mentre se entrerà da più grande, puoi provare a:

  • parlagli del nido qualche giorno prima (non troppo in anticipo, perché non hanno il nostro senso del tempo), con parole semplici e rassicuranti
  • leggete insieme libri sull’argomento: aiuteranno il tuo piccolo a familiarizzare con l’idea e a immedesimarsi in una situazione altrimenti difficile da immaginare
  • Se possibile, visitate il nido insieme prima dell’inizio (può aiutare molto, ma non tutti gli asili permettono di portare i bambini durante l’open day)

Cosa succede se il bambino piange durante l’inserimento al nido?

Ti si spezzerà il cuore quando accadrà, te lo dico in anticipo, ma è del tutto normale.

Il pianto è un modo per esprimere disagio, e vedere il proprio genitore andarsene è sicuramente qualcosa che non piace per niente. Se può consolarti, dopo qualche minuto dalla separazione, il pianto finisce e comincia una giornata spensierata.

Michele, essendo entrato così piccolo, ha pianto spesso fino ai 15 mesi (età in cui l’ansia da separazione raggiunge il suo picco), ma le educatrici lo hanno sempre coccolato e consolato immediatamente e durante i colloqui annuali mi hanno sempre rassicurato, dicendomi che viveva il resto della giornata serenamente.

Forse, il distacco, è più duro per noi che per loro, no?

L’inserimento al nido guidato da un’educatrice

Come capire se l’inserimento al nido sta andando bene?

La risposta più breve è: parlando con le educatrici. Saranno loro la voce del tuo bambino, che probabilmente ancora non parla, e saranno loro a dirti come sta procedendo l’ambientamento. Ogni bambino è diverso, per cui non preoccuparti se vedi che alcuni bambini riescono a inserirsi con maggior facilità, mentre il tuo bambino piange ogni giorno. Anche se per noi “è solo un inserimento”, per i nostri piccoli è un cambiamento di dimensioni pachidermiche.

Se sei ancora nella fase iniziale dell’inserimento e vuoi provare a capire se le cose stanno andando per il verso giusto, ci sono dei segnali che puoi notare:

  • il tuo bimbo entra al nido sereno o con un pianto breve e gestibile
  • se piange, si lascia consolare dalle educatrici
  • comincia a esplorare e a interagire con gli altri bambini (qui, dipende molto dall’età)

Se una volta tornato a casa dall’inserimento l’attaccamento alla mamma (o al papà, dipende qual è la figura solitamente più presente) sembra più marcato, non preoccuparti, è il suo modo di dirle “mi sei mancata da morire”.

Potrebbero anche presentarsi alcune regressioni come quella del sonno, ad esempio (un po’ come quelle che si manifestano durante gli scatti di crescita). Non bisogna allarmarsi, perché significa solo che stanno elaborando la novità.

Cosa portare al nido?

Premetto che ogni asilo è diverso, infatti, con Nicolò mi era stato chiesto di portare anche piatto e bicchiere, mentre per Michele veniva tutto fornito dalla struttura. Quindi, quella che trovi qui di seguito è una lista generica, per farti un’idea della cose da portare, poi sarà l’asilo a fornirti quella definitiva:

  • Salviette (in alcuni asili non servono proprio, perché vengono usate delle manopole di cotone imbevute di acqua)
  • Cambio completo (body, magliette, pantaloni, calzini)
  • Copertina o oggetto transizionale (doudou, peluche, ciuccio)
  • Bavaglino
  • Eventuali creme (come quelle della Linea MamiHug)

Conclusioni: un inserimento sereno, dipende anche da te

So che non sarà semplice allontanarsi dal tuo bambino, specialmente dopo aver vissuto 24 ore su 24 insieme per mesi, ma ricorda una cosa importante: il tuo bimbo vivrà tranquillamente l’inserimento al nido se vedrà per prima cosa che la sua mamma e il suo papà sono calmi e rilassati.

Lo sguardo, i gesti, le parole sapranno rassicurarlo e gli trasmetteranno fiducia nel luogo in cui passerà davvero molto tempo. Il primo passo, quindi, dobbiamo farlo noi genitori. Dobbiamo lasciar andare e questa sarà il primo di tanti distacchi, che consolideranno la sua autonomia.

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