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Autosvezzamento: cos’è, come funziona e come iniziare

Autosvezzamento: cos’è, come funziona e come iniziare

L’arrivo dei sei mesi di età segnano una tappa importante nella vita dei nostri cuccioli, che dall’allattamento esclusivo passano gradualmente a un’alimentazione fatta di cibi solidi e semi-solidi: lo svezzamento. Negli anni, questa fase di crescita dei neonati ha subito diversi cambiamenti ed è solo di recente che è stato introdotto il concetto di “autosvezzamento”, un modo nuovo (anche se forse sarebbe più corretto dire “un ritorno al passato”) di iniziare il nostri piccoli al cibo, frutto di studi scientifici condotti da organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali, che si basa sul fatto che i bambini possiedono un’innata capacità di autoregolazione. 

So che fidarsi di un neonato di appena sei mesi, lasciando che si alimenti autonomamente sul seggiolone vicino a noi potrebbe suonare strano, per lo meno all’inizio, ma al contrario di quanto sembri, l’autosvezzamento è un’esperienza che porta con sé tantissimi benefici per l’intera famiglia, sia dal punto di vista alimentare che economico. 

Con il mio piccolo Nicolò ho scelto di intraprendere questa strada con molto entusiasmo e grazie anche al supporto della pediatra che lo segue, che ha condiviso con me del materiale informativo un mese prima di iniziare questa avventura con i cibi solidi. Inizialmente ero dubbiosa, estremamente attenta a come tagliavo e cucinavo il cibo, ma è bastato vedere che Nicolò era entusiasta di assaggiare, toccare e sperimentare il cibo che gli offrivo, lo stesso che vedeva sui piatti di mamma e papà, che è stato sufficiente per convincermi che era davvero il metodo giusto per noi.

Differenza tra svezzamento e autosvezzamento

Le differenze principali tra svezzamento e autosvezzamento riguardano il modo in cui viene offerto il cibo ai nostri piccoli. 

Nel caso dello svezzamento, è consuetudine cucinare due pasti differenti: uno per i genitori e uno per il neonato, che spesso si ritrova a mangiare cibi preparati dall’industria alimentare sotto forma di frullati e puree, guidato da noi adulti. L’autosvezzamento, al contrario, prevede che al bambino venga a contatto diretto con il cibo solido fin dal primo momento, scegliendo autonomamente cosa mangiare e quanto mangiarne, imparando così a regolare la fame e a percepire il senso di sazietà.

Differenza tra svezzamento e autosvezzamento

Quando iniziare l’autosvezzamento e come capire quando il bambino è pronto

Ora che abbiamo chiara la differenza tra svezzemento tradizionale e autosvezzamento, possiamo iniziare a parlare dei segnali che il nostro stesso bimbo ci invia, per comunicarci che è pronto per iniziare questa nuova avventura. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di mantenere l’allattamento esclusivo fino ai 6 mesi e di iniziare solo successivamente con l’alimentazione complementare ma, come spesso dico, ogni bambino è diverso e l’età anagrafica non è l’unico dato da tenere in considerazione.

Per capire se il nostro bambino è pronto, deve necessariamente aver sviluppato alcune competenze fisiologiche, quali:

  • la capacità di stare seduto da solo 
  • la scomparsa del riflesso di estrusione (un movimento istintivo, che porta i neonati a “buttare fuori” con la lunga ogni cosa gli venga proposta)
  • la capacità di afferrare gli oggetti
  • la capacità di portare gli oggetti alla bocca
  • mostrare interesse verso gli alimenti che vede sui piatti di noi genitori

Quest’ultimo punto, in modo particolare, è forse il più sorprendente. Magicamente, un giorno mentre sarete a tavola, il tuo piccolo inizierà a protendere le sue braccia in avanti e a puntare con interesse ciò che si trova sul tuo piatto. È il momento di fargli assaggiare qualcosa e lasciarsi affascinare dalla sua reazione. 

La prima volta che Nicolò mi ha chiaramente dimostrato di voler “fare quello che facevo io” è stato in un ristorante in montagna, davanti a lui un piatto di polenta e affettati misti. Mi sono fatta dare un cucchiaino dalla cameriera e ho provato a fargli assaggiare un po’ di polenta, inutile dire che ne è andato ghiotto e da lì non ci siamo più fermati!

Come passare da svezzamento tradizionale ad autosvezzamento?

Se hai già iniziato lo svezzamento con le pappe e vuoi passare all’autosvezzamento, non c’è alcun problema: si può fare, ma con cautela. 

Innanzitutto dipende da quanto tempo hai iniziato lo svezzamento, se il tuo bambino si è ormai abituato alle pappe, sarà importante procedere per gradi e abituardo pian, piano alle nuove consistenze. Il mio consiglio è quello di iniziare “per gioco”, mettendo qualche pezzetto di cibo alla portata del nostro piccolo esploratore e lasciare che prenda confidenza con le nuove forme, senza sforzarlo. Ad un certo punto sarà lui che, spontaneamente, inizierà a portare alla bocca i pezzetti di cibo e ne scoprirà il sapore (oltre che la consistenza), un sapore che probabilmente conosce già perché lo ha assaggiato attraverso il liquido amniotico, ancora quando era nel pancione. 

Una volta che avrà preso confidenza, vedrai che sarà lui stesso a dirti che le pappe non le vorrà più.

Autosvezzamento come iniziare: alcuni consigli pratici

Ancora prima di iniziare questa grande avventura insieme, la cosa davvero importante è tenere sempre il nostro bimbo a tavola con noi, in braccio o sul seggiolone, in questo modo comincerà a vedere i pasti come una routine quotidiana e a vedere fin da subito i propri genitori – e le persone che lo accudiscono – mangiare. Quando inizierà a manifestare un certo interesse verso il cibo, potrai iniziare a offrirgli dei piccoli assaggi, dimostrando a tua volta curiosità per la sua reazione e incentivandolo a provare qualsiasi cosa lui voglia, purché sia alla sua portata. In alcuni casi sarà importante effettuare dei tagli sicuri, che possano agevolare il nostro piccolo nella masticazione e nell’afferrare il cibo che gli proponiamo, come anche preferire alcuni tipi di cottura, piuttosto di altri per gli stessi motivi.

Autosvezzamento come iniziare: alcuni consigli pratici

La cosa importante è lasciare che il tuo piccolo si diverta a toccare il cibo, anche se molto di questo finirà per terra. Armati di pazienza, sta scoprendo qualcosa di nuovo ed è più facile imparare a mangiare attraverso il gioco che in modo passivo. Con il tempo, ti accorgerai di come questo approccio porterà tantissimi benefici nella vostra vita familiare, come ad esempio:

  • un grosso risparmio di tempo, perché si cucina una volta sola per tutti
  • un grande risparmio anche a livello economico, perché eviterai gli omogenizzati 
  • una migliore alimentazione per tutta la famiglia, dal momento che per far mangiare bene il tuo bimbo, mangerete meglio anche voi
  • una maggiore flessibilità e accettazione di nuovi sapori 
  • uno sviluppo più veloce della capacità di masticazione favorendo in futuro il linguaggio 

Con che cibi iniziare l’autosvezzamento?

Questa è una domanda che mi sono posta anche io, ma deriva dalle nostre conoscenze (e ricordi) sullo svezzamento tradizionale, che prevedeva l’introduzione di alcuni alimenti prima di altri, perché si era convinti che in questo modo si potessero individuare più facilmente eventuali allergie e si abituasse pian, piano lo stomaco a digerire cibi diversi dal latte. 

Oggi questa teoria è stata ampiamente smentita e anzi è viene considerata controproducente, va da sé quindi che non esiste un vero e proprio alimento con cui iniziare l’autosvezzamento, ma ci sono alcuni consigli che possiamo tenere presenti per iniziare con un piede “sicuro”:

  • prediligere la pasta corta come i fusilli (ad eccezione dei rigatoni, che potrebbero essere aspirati e finire direttamente in gola a causa del foro centrale)
  • utilizzare tagli sicuri, ad esempio le carote e le zucchine bollite possono essere tagliate a fiammifero per agevolarne la presa
  • cucinare i cibi in modo che abbiano una consistenza morbida, che può essere schiacciata dal palato e facilmente spezzata dalle gengive
  • essere sempre vigili e presenti, in ogni momento del pasto
  • evitare alimenti dalla forma tondeggiante come le olive o l’uva, perché potrebbero essere ingoiati interi se non vengono tagliati

La parola d’ordine, infine, è: sperimentare. Sperimentata tu e lascia sperimentare il tuo bimbo, vivete insieme questa nuova esperienza con entusiasmo e curiosità e vedrai che in pochissimi mesi sarà lui a dire addio al latte come alimento principale, per potersi godere un pasto da adulto!

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