Le crisi di Pavor Nocturnus nei bambini sono davvero terrificanti. Nel bel mezzo della notte, mentre la casa è avvolta nel silenzio, senti un urlo di terrore. È il tuo bimbo, che in preda al panico si è alzato in piedi nel suo lettino, si è aggrappato con le sue piccole manine alle sbarre e grida con tutta la sua forza, piangendo con gli occhi sbarrati. Tu accorri, cerchi di consolarlo, ma lui in realtà non ti vede perché sta dormendo e se provi a toccarlo, rischi che la sua crisi di terrore notturno duri ancora di più. Credimi quando ti dico che comprendo perfettamente il tuo senso di impotenza e la tua sofferenza nel non poter far nulla davanti al tuo bambino che urla di terrore. È terribile, ma se c’è una cosa che mi ha consolato quando ho scoperto che Nicolò soffriva di Pavor Nocturnus era sapere che lui non si sarebbe ricordato nulla al risveglio, che in realtà stava semplicemente dormendo. Con questo, però, non voglio dirti che sia facile rimanere lì a guardare senza intervenire in alcun modo, assicurandoti semplicemente che non si faccia del male per sbaglio. Anzi, è tutt’altro che facile.
Che cos’è il pavor notturno?
Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento: cos’è il terrore notturno e perché si manifesta? Il Pavor Nocturnus è una forma di sonnambulismo che rientra nel gruppo delle cosiddette parasonnie, disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti, movimenti e percezioni indesiderate e involontarie. Sostanzialmente sono risvegli parziali che avvengono nella fase non-REM (gli incubi invece si manifestano nella fase REM) e si caratterizzano, appunto, per la loro intensità e per lo stato di ansia e paura che il bambino manifesta. Solitamente si verificano sui bambini dai 3 agli 8 anni in maniera più frequente, ma Nicolò, ad esempio, ha iniziato ad avere delle crisi di terrore quando era davvero molto piccolo, intorno ai 10 mesi, quando ha iniziato a camminare. Quindi se anche tu hai un bimbo o una bimba molto piccoli, la risposta è sì, potrebbe essere pavor, ma come prima cosa ti consiglio di confrontarti con il pediatra o la pediatra che vi segue, per poterne essere certi.
Come riconoscere pavor notturno?
Il terrore nel sonno dei bambini si presenta sotto diverse forme. C’è chi si alza in piedi, chi rimane seduto, chi parla e chi urla, chi cammina su e già per il lettino, chi tiene gli occhi aperti e chi chiusi, chi suda e si irrigidisce, ma ci sono dei fattori che accomunano tutte queste diverse manifestazioni:
- non si accorgono della nostra presenza
- ogni nostro tentativo di consolazione non sembra sortire alcun effetto
- quando la crisi finisce il bambino torna a dormire serenamente come se nulla fosse
All’inizio non è semplice capire se si tratta di terrore notturno, anche perché quando un bambino urla nel sonno l’istinto di noi genitori ci spinge a prenderlo in braccio e tentare in tutti i modi di calmarlo, ma ci accorgiamo subito che nulla sembra funzionare, anzi, la crisi peggiora e dai pochi minuti che potrebbe durare, arriva anche a protrarsi fino alla mezz’ora.
È straziante, lo so bene, ma col tempo imparerai a gestirlo. L’unico modo per diagnosticare il pavor notturno è tramite il/la pediatra di fiducia, che sulla base dei vostri racconti saprà aiutarvi a capire come comportarvi quando si manifestano le crisi.
Come risolvere Pavor Notturno e quali sono le cause?
Le cause di questo disturbo del sonno non sono ancora chiare, c’è chi dice che si manifestino a causa di febbre, asma o altri sintomi simili e chi invece parla di situazioni di stress vissute durante la giornata che si ripresentano durante la notte.
La cosa certa è che il terrore notturno nei neonati e nei bambini non è espressione di una patologia, è una forma di sonnambulismo e come tale la cosa migliore da fare è proprio non fare niente e con gli anni passerà del tutto.
Lo so, vedere il proprio bambino in preda al terrore e non fare niente sembra la peggiore delle punizioni per un genitore, ma è la cosa più giusta da fare. Ci sono delle altre cose che possiamo fare, come per esempio:
- spostare qualsiasi oggetto che, se colpito dal nostro piccolo, può provocargli dei traumi
- cercare di favorire il ritorno a letto se si è alzato in piedi, accompagnando la sua testa sul cuscino
- aspettare che si riaddormenti
- non chiedergli niente il giorno seguente, perché il nostro bimbo non si ricorderà nulla
- parlargli a voce bassa, con un tono tranquillo (non ha importanza quello che gli dirai, sarà il tono della tua voce a rassicurarlo e fargli sentire la tua vicinanza)
Per cercare invece di “scoraggiare” questo fenomeno, ci sono alcune accortezze che possiamo attuare, come per esempio:
- instaurare una sana routine del sonno (leggere un libro prima di dormire, andare a letto alla stessa ora, ecc)
- ridurre l’uso della tv o di altri strumenti elettronici, come anche lo stesso smartphone, prima di andare a letto (che comunque dovrebbero essere evitati il più possibile fino ai 3 anni)
In conclusione, caro genitore, armati di pazienza, che tutto si risolve
Cara mamma e caro papà, ora sai che non esiste una “cura” per il pavor notturno, ma spero di essere riuscita a rassicurati un po’ e a darti qualche consiglio utile per la gestione di questo fenomeno così forte e che su di noi, più che sui nostri piccoli, ha un impatto davvero importante e ci fa stringere il cuore ad ogni crisi. Ci vorrà un po’ di tempo, ma con molta pazienza, informazione e amore verso il tuo bimbo, ti accorgerai che queste crisi diventeranno sempre più facili da gestire e anche tu ti sentirai sempre più sereno e consapevole.